MAF, sezione Egizia

Il Museo Egizio di Firenze, il secondo per importanza in Italia dopo quello di Torino, fu allestito la prima volta nel 1855 nel Cenacolo del Fuligno presso il monastero di S. Onofrio in via Faenza, nella stessa sede che dal 1870 ospiterà anche il Museo Archeologico. Il museo raccoglieva alcune antichità egizie già presenti dal XVIII secolo nelle collezioni medicee e le nuove acquisizioni dovute a Leopoldo II. Il Granduca di Toscana, infatti, oltre ad acquisire collezioni private preesistenti, negli anni 1828-1829 finanziò insieme a Carlo X re di Francia una spedizione scientifica in Egitto, diretta da Jean-François Champollion, il decifratore dei geroglifici, e dal suo discepolo Ippolito Rosellini. Al termine della spedizione quanto raccolto tra scavi e acquisti da mercanti locali fu equamente diviso tra il Louvre ed il museo di Firenze.

Dal 1883 il Museo Egizio, diretto già da tre anni dall’egittologo piemontese Ernesto Schiaparelli, fu trasferito nel palazzo della Crocetta, dove pochi anni prima era stato trasferito anche il

Il rilievo con la dea Maat simbolo del MEF
Il rilievo con la dea Maat simbolo del MEF

Museo Archeologico. L’inaugurazione avvenne alla presenza dei Umberto e Margherita di Savoia, come ricordano le iscrizioni in geroglifici ancora oggi visibili nella sala III. Con Schiaparelli le collezioni fiorentine ebbero un ulteriore incremento, grazie a scavi e acquisti effettuati in Egitto prima che lo stesso si trasferisse a Torino. L’ultimo gruppo di raccolte pervenute al Museo Egizio di Firenze consiste in donazioni di privati e di istituzioni scientifiche, tra cui va ricordata quella dell’Istituto Papirologico Fiorentino di reperti provenienti dagli scavi effettuati in Egitto tra il 1934 ed il 1939, comprendente una collezione di stoffe di epoca copta che è fra le più ricche e importanti del mondo. Attualmente la sala VIII del Museo conserva ancora l’originario allestimento ottocentesco, con vetrine in stile egittizzante colme di materiali. In diverse sale del museo è inoltre visibile la decorazione ottocentesca dei soffitti e delle pareti, sempre in stile egittizzante, che si sovrappone a quella settecentesca delle sale del palazzo.

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