UN CRATERE ETRUSCO DELLA COLLEZIONE PASSERINI…MOLTO PIU’ DI UN VASO

La spiccata gestualità e la maestà delle figure dipinte su questo vaso etrusco a figure rosse, catturano certamente l’attenzione. Recuperato a Foiano della Chiana, è uno dei più antichi esempi di pittura etrusca a figure rosse e fu prodotto in Etruria intorno al 430-10 a. C., sulla base di modelli greci, attici.

Questo maestoso vaso etrusco a figure rosse, databile intorno al 430-10 a. C., è molto, molto di più di un semplice oggetto da mensa. La famiglia del defunto, nel momento in cui lo ha deposto nella sua tomba a Foiano della Chiana, ha voluto che fosse il simbolo del viaggio del loro caro verso l’aldilà.

Si tratta di un cratere a colonnette, vaso utilizzato per mescolare l’acqua con il vino durante i banchetti e i simposi; gli antichi infatti non consumavano il vino puro, ma diluito e speziato. Il termine “colonnette” si deve alla particolare forma delle sue anse. La decorazione è curata nei minimi dettagli anche sulla bocca, sul labbro e sul collo, dove le foglie di edera, le palmette e gli altri motivi geometrici sono ottenuti diluendo la vernice nera.

Sul lato A sulla destra è raffigurato il defunto con folta barba, avvolto nel suo mantello, mentre assiste ai giochi funebri organizzati in suo onore, come era uso fare nell’antichità, fin dall’epoca della guerra di Troia, narrata da Omero. Un grande bruciaprofumi lo separa dalla scena principale, nella quale due pugili si affrontano, mentre un fanciullo accompagna la gara con un doppio flauto.

Lato A

Sul lato opposto, un grande altare separa due scene diverse, forse in sequenza. Al centro il dio etrusco Turms, dio dei viaggi e del commercio, il greco Hermes ed il romano Mercurio. In questo caso si tratta di Turms Aitas (legato all’Ade, all’oltretomba). Il suo cappello a larghe falde, il corto mantello sulle spalle (clamide) e il caratteristico bastone (caduceo) lo rendono inconfondibile.

Nella scena di sinistra il dio è seduto sul grande altare e sta salutando un altro personaggio barbato, con cappello a falde larghe e torso scoperto, che si trova all’estremità della scena. Sul lato destro invece sembra che Turms si stia alzando dall’altare, per andare incontro ad un uomo barbato, avvolto nel suo mantello, probabilmente ancora il defunto, forse ormai giunto al termine del suo viaggio ultraterreno e vicino alle porte dell’aldilà.

Lato B

Nonostante l’apparente chiarezza delle immagini e l’inconfondibile presenza del dio Turms, è difficile comprendere a pieno il significato delle scene rappresentate. Certamente la speranza che il defunto assista alle cerimonie in suo onore e l’effimera consolazione che sia accolto dal dio alle porte dell’Ade, rendono meno netto il distacco per chi resta. E così, in questo caso come in molti altri, la famiglia ha affidato alle immagini quel disperato bisogno di certezza che tutti noi abbiamo di fronte alla morte e quel voler dare una forma a qualcosa che inevitabilmente sfugge alla nostra natura umana.

Pubblicità

Un pensiero su “UN CRATERE ETRUSCO DELLA COLLEZIONE PASSERINI…MOLTO PIU’ DI UN VASO

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.