“L’Arte di donare”: nuova mostra al MAF

Da oggi 10 marzo 2018 il salone del Nicchio, la grande sala all’inizio del percorso del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, ospita una nuova mostra: “L’Arte di donare“. Non una mostra tematica, questa volta: in esposizione si trovano i reperti dalle origini più disparate, che coprono un arco di tempo lunghissimo, dall’antico Egitto al Medioevo, con una incursione addirittura nel contemporaneo.

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Ma cosa possono avere in comune opere così diverse? Si tratta di acquisizioni entrate in anni recenti nelle collezioni del MAF grazie a donazioni, cessioni, permute e prelazioni, in alcuni casi grazie al senso civico di chi le deteneva, e che ha deciso di farne dono al Museo, in altri grazie alla sensibilità del nostro Ministero, che su richiesta di funzionari attenti e competenti è intervenuto con l’esercizio della prelazione per assicurare allo Stato – e quindi alla pubblica fruizione – opere di rilievo che altrimenti sarebbero state destinate all’ammirazione quasi egoistica di pochi privati e comunque fruibili soltanto in un ambito estremamente ristretto. In altri casi ancora, grazie a una politica di scambi e di cessioni finalizzata alla salvaguardia e alla migliore conservazione delle opere stesse.

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Alcuni dei reperti esposti: una coppa apula con sposa ed Eros e un ritratto marmoreo dell’epoca degli ultimi Antonini (fine II sec. d.C.)

Il titolo si ispira all’espressione latina Ars donandi, che richiama alla mente la celebre frase con la quale San Gregorio di Tours (Clermont-Ferrand ca. 538 – Tours 594), spiegò nelle sue Historiae (IV, 29) come Sigiberto I, re dei Franchi, sconfitto e fatto prigioniero da Baian, imperatore degli Avari, riuscì a capovolgere la situazione in proprio favore e a riconquistare la libertà grazie alla propria capacità di offrire doni. Per questo il termine Arte è scritto con la A maiuscola, per sottolineare il rapporto tra il titolo della mostra e gli oggetti donati, piccole e grandi opere dell’Arte e dell’Artigianato antichi: un riconoscimento a quell’azione che deriva dall’apprezzamento e dall’ammirazione per tali opere, la cui importanza i proprietari riconoscono a tal punto da desiderare che esse diventino patrimonio comune.

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Il modellino delle pentecontere ricostruito da G. Tanzilli

Nella mostra sono esposti centoventisei fra amuleti, mummie, statuette e ushabti egizi, sculture in marmo, vasi figurati di produzione greca, magnogreca, etrusca, italica e romana, capitelli tardomedievali, reperti in oro, bronzo, legno, vetro e piombo e volumi antichi. A questi reperti si aggiungono due dettagliati e accuratissimi modellini, ricostruzioni moderne di una nave greca (pentecontere) e di un doppio flauto (aulos) che i giovani e giovanissimi utenti dei nostri Servizi Educativi troveranno certamente di grande interesse nel corso delle attività didattiche che si svolgono di regola all’interno del Museo Archeologico.

La mostra sarà visitabile, a partire dal 10 marzo, secondo gli orari del Museo e con lo stesso biglietto di ingresso. Vi aspettiamo!

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