In occasione del G7 per la Cultura, evento politico-culturale di portata mondiale che sarà ospitato a Firenze i giorni 30 e 31 marzo 2017, sono state predisposte alcune iniziative culturali di forte impatto. Una riguarda proprio la nostra Chimera di Arezzo, che si trasferirà per un mese, dal 28 marzo al 28 aprile 2017, nella Sala Leone X di Palazzo Vecchio. L’iniziativa si intitola “Chimera relocated. Vincere il mostro“.

Più che di un trasferimento, per la Chimera si tratta di un momentaneo “ritorno a casa”: sì, perché fu proprio nella Sala Leone X che essa fu collocata all’indomani della sua scoperta ad Arezzo a metà del Cinquecento. In un vecchio post abbiamo raccontato le vicende del suo ritrovamento, che avvenne il 15 novembre del 1553. Della sua scoperta era stata data immediata comunicazione a Cosimo I de’Medici, signore di Firenze, il quale la fece collocare, su suggerimento di Giorgio Vasari, proprio nella sala di Leone X, a simboleggiare le forze negative e i nemici che Cosimo I aveva dovuto fronteggiare e sconfiggere, lui, novello principe etrusco. Vasari scrisse proprio “ha voluto il fato che la si sia trovata nel tempo del Duca Cosimo il quale è oggi domatore di tutte le chimere“.
Il ritrovamento fu senza dubbio una fortunata circostanza in un momento culturale in cui Cosimo I sosteneva un certo revival etrusco orientato a sostenere una primazia dell’arte etrusca su quella classica e romana, dovuta alla sua anteriorità, e a giustificare quindi culturalmente le sue ambizioni politiche.
La Chimera stette nella sala di Leone X fino al 1712, quando fu trasferita agli Uffizi. Qui la ritrae il pittore Johan Zoffany nel 1772, all’interno di una Tribuna degli Uffizi stracolma di opere d’arte e di oggetti antichi. Al 1784 risale invece il suo restauro con l’aggiunta della coda. Sì, perché al momento del suo rinvenimento, la Chimera era stata rinvenuta priva della coda che presumibilmente doveva aver avuto la forma di un serpente. A completare l’opera ci pensò lo scultore-restauratore Francesco Carradori, il quale realizzò un’inedita coda a testa di serpente che morde il corno della testa di capra morente sul dorso della Chimera. Ed è con queste fattezze che la Chimera si presenta oggi.

Insieme alla Chimera, nella sala di Leone X il prossimo mese saranno esposti un busto di Cosimo I e una lettera indirizzata a Baccio Bandinelli nella quale è tratteggiata la figura della Chimera: è uno dei primissimi documenti nei quali si parla di essa.
Chimera Relocated fa parte delle manifestazioni di G7OFF, collaterali al G7 della Cultura. Nel corso di quest’esposizione temporanea, i visitatori del Museo Archeologico Nazionale in possesso del biglietto potranno accedere alle sale di Palazzo Vecchio con biglietto ridotto. Un ciclo di visite e attività per giovani, adulti e famiglie coi bambini accompagna la mostra per tutta la sua durata (qui il programma completo).
L’iniziativa è svolta in collaborazione tra il Comune di Firenze, MUS.E Firenze e il Polo Museale Regionale della Toscana, di cui il Museo Archeologico Nazionale di Firenze fa parte.
La Chimera è un’opera nota in tutto il mondo e sarà certo una prestigiosa ospite d’onore, tanto più che verrà collocata nella sua primitiva sede. Non c’è bisogno di raccomandare la massima cura nello spostamento e la sorveglianza durante l’esposizione
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Lo spostamento di un pezzo così importante (come di qualunque altro pezzo) non può prescindere dalle necessarie misure di tutela. La movimentazione della Chimera è avvenuta sotto la supervisione del direttore del museo, dott. M. Iozzo, e del curatore della sezione etrusca, dott.ssa C. Cianferoni, alla presenza di restauratori, consegnatari, fotografi e forze dell’ordine. Per il trasferimento all’interno di una doppia cassa sono stati impiegati carrelli gommati, con imballaggi soffici e antivibrazioni.
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Quando sarà nuovamente esposta nel Museo archeologico?
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Trascorsi i tempi tecnici necessari allo spostamento, dopo il termine della mostra a Palazzo Vecchio tornerà subito al MAF.
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