Nel cuore del Museo Archeologico di Firenze: il cortile dei Fiorentini

“Nel grande e piccolo cortile del museo … vedrete i testimoni irrefragabili dell’antico splendore di Firenze…”

Potrebbero essere le stesse parole usate da Luigi Adriano Milani nella sua Guida del Museo Archeologico di Firenze del 1898 ad annunciare, ancora oggi, l’imminente riapertura al pubblico delle vestigia della città romana di Florentia.

Il cortile nella Guida del Museo del 1898
Il cortile nella Guida del Museo del 1898

Questa volta, però, ad essere fruibili per i visitatori del MAF non saranno nuove sale del museo, ma i due cortili (completamente restaurati) che costituiscono il cuore nascosto del palazzo della Crocetta, che sino ad ora potevano essere spiati soltanto da qualche finestra indiscreta al primo piano.

Il cortile dei Fiorentini oggi
Il cortile dei Fiorentini oggi

Un allestimento di reperti archeologici (affascinante quanto insolito agli occhi del visitatore moderno) che il Milani, orgoglioso della sua opera, non esitava a definire nel 1912 come “un libro di storia autentica, unico nel suo genere; … unico per il modo in cui parla agli occhi del dotto e dell’illetterato” costruito “con le reliquie di Firenze antica”. Una sorta di catalogo in 3D ante litteram, in cui, riarrangiati come mattoncini del Lego in nuove costruzioni, si alternano frammenti architettonici, modanature, pavimenti e persino di un tratto di strada.

Mosaici e strutture architettoniche conservate nel cortile dei Fiorentini recentemente restaurate
Mosaici e strutture architettoniche conservate nel cortile dei Fiorentini recentemente restaurate

Per comprendere questa affascinante sistemazione, per molti versi vicina e parallela a quella del giardino, è necessario un passo indietro nel fermento degli anni Ottanta dell’Ottocento, quando ancora l’impulso alla trasformazione dell’assetto urbanistico fiorentino dato dal “rango” di capitale (1865-1871) continuava a dare i suoi frutti. Dopo l’abbattimento delle mura per la costruzione dei viali, anche il centro storico avrebbe dovuto dismettere gli angusti abiti del borgo medievale per indossarne di più consoni e fastosi, abbandonando, col degrado dei quartieri più vecchi, anche buona parte della memoria storico archeologica del suo passato. L’operazione di ammodernamento compromise definitivamente il tessuto medievale della zona del Mercato Vecchio (attorno all’odierna piazza della Repubblica) e soltanto negli anni 1886-1887 furono condotti saggi archeologici “controllati” dal Milani, allora direttore del Museo, e dall’architetto Corinto Corinti, cui va il merito di una sorprendente documentazione grafica delle scoperte. Tutto materiale che non vide mai una pubblicazione vera e propria, se si fa eccezione per delle cartoline, elaborate dallo stesso Corinti negli anni Venti del Novecento, che illustravano il lavoro fatto e davano conto dell’aspetto di alcune parti della città antica.

Una delle cartoline illustrate di C. Corinti raffigurante la città romana
Una delle cartoline illustrate di C. Corinti raffigurante la città romana

Dal canto suo Milani iniziò subito l’opera di musealizzazione dei reperti: come dichiara orgogliosamente nell’edizione del 1912 della Guida “Dell’antica e nobile città di Firenze … abbiamo, si può dire, solamente rottami, ma sono reliquie preziosissime, che sarebbero andate disperse e distrutte, se io non le salvava, quando più imperversava la smania dello sventramento fiorentino”. Milani espose i frammenti in maniera sistematica e permanente: cornici, capitelli e resti di mura furono rimontati e murati nei due cortili; i marmi del Capitolium e le decorazioni architettoniche delle terme furono murati in edicole coperte, che li proteggessero dagli agenti atmosferici.

Le edicole e la strada nel cortile dei Fiorentini
Le edicole e la strada nel cortile dei Fiorentini

Coerentemente con la sistemazione delle sale del Museo Topografico, identificate ognuna dal nome del popolo di cui conteneva le tracce archeologiche (Rusellani, Clusini…) il cortile fu denominato “Florentini“. Il cortile così, se da un lato risultava ispirato dalla stessa logica didascalica del Topografico, di cui costituiva il continuum, dall’altro veniva a creare anche un pandant perfetto del giardino con le tombe ricostruite,  strizzando l’occhio al gusto dell’epoca per le rovine (vere o false che fossero) di cui ricchi collezionesti ed eclettici antiquari fiorentini disseminavano i parchi delle loro ville.

Il tempietto neoegizio nel giardino di villa Stibbert (foto http://www.facebook.com/pages/Museo-Stibbert)
Un esempio di archeologia inserita in un giardino: il tempietto neoegizio di villa Stibbert (foto http://www.facebook.com/pages/Museo-Stibbert)
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3 pensieri su “Nel cuore del Museo Archeologico di Firenze: il cortile dei Fiorentini

    • L’indirizzo è quello del museo archeologico nazionale di Firenze, piazza SS.Annunziata 9b. Non sono ancora state stabilite né la data di apertura né le modalità di visita, ma appena ciò verrà deciso ne daremo immediata comunicazione qui sul blog

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