
É stato un grande successo. Davvero, un grandissimo successo: 440 persone venerdì sera sono venute al MAF per partecipare all’inaugurazione della mostra “Miti e simboli di una civiltà mediterranea: la Sardegna nuragica“. Un’inaugurazione che ha visto la presenza sì di numerosi Fiorentini, ma anche e soprattutto di Sardi che vivono a Firenze e dintorni, attirati dall’inconsueta possibilità di vedere nella loro terra d’adozione una mostra che racconta le radici della loro terra natia. E oltre a costoro, è intervenuto un nutrito gruppo di abitanti della Sardegna, in particolare dei comuni di Ittireddu, Teti e Torralba, capeggiati dai rispettivi sindaci e da un gruppo di cantori e di giovanissimi danzatori, che hanno animato la serata. La presenza dei tre comuni non è casuale, perché proprio dai loro territori provengono molti materiali archeologici che hanno ispirato il progetto scientifico alla base della mostra. Mostra che nasce come esposizione archeologica del territorio nel comune di Ittireddu, poi spostatasi nel Museo Archeologico Nazionale G. Sanna di Sassari e che da qui ha solcato il Tirreno approdando dapprima a Roma, al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, poi a Genova, al Teatro del Falcone di Palazzo Reale, mutando di volta in volta parte dei propri contenuti per adattarsi ad un pubblico sempre diverso. É molto raro che sul continente si parli dei Sardi, è molto raro che una mostra sulla Sardegna nuragica esca dai confini dell’Isola: e nelle parole di Franco Campus, curatore della mostra, emerge da un lato un certo rammarico per questa che è senz’altro una grave lacuna per la comunicazione della cultura italiana, e dall’altro invece un convinto orgoglio per essere riuscito a portare la conoscenza della civiltà nuragica nel resto d’Italia. Se c’è una cosa che l’altra sera a Firenze era palpabile, era il forte senso di appartenenza, di identità culturale, di orgoglio delle proprie radici e di desiderio di riscoprirle e di farle scoprire a chi identifica la Sardegna solo con il mare e con le vacanze estive.

É stata senza dubbio una festa: molto brevi, essenziali, i saluti di rito delle autorità intervenute: per il Comune di Firenze il vicesindaco, i sindaci dei tre comuni Ittireddu, Teti, Torralba, emozionatissimi ambasciatori della cultura della propria terra, G.C. Cianferoni del Museo Archeologico Nazionale di Firenze e F. Campus, al quale è poi spettato il compito di dare il via alla visita della mostra e di illustrarla alle tantissime persone presenti. Nel mentre il coro “Monte Ruju” di Ittireddu intonava canti tradizionali cui qualcuno dal pubblico si univa, creando una bella atmosfera partecipata.
La festa si è poi trasferita nel Giardino Ameno del museo dove, tra assaggi di salumi, formaggi, pane carasau e ovviamente cannonau, abbiamo assistito ai balli popolari di un gruppo di giovanissimi danzatori accompagnati nel “ballu sardu” dal suono della fisarmonica e abbiamo continuato ad apprezzare i canti popolari intonati dai cantori di Ittireddu.

La serata è stata piacevolissima e molto partecipata. Su twitter, seguendo l’ashtag #FirenzeNuragica, e sulla pagina Facebook di Archeotoscana trovate tutte le foto dell’evento. Intanto vi segnaliamo questo video, realizzato da Fast Video Toscana proprio durante l’inaugurazione, che ripercorre tutto il percorso della mostra:
Grazie a tutti coloro che hanno partecipato alla serata. A voi che non c’eravate, invece, non resta che visitare, entro il 19 ottobre, la mostra, ospitata al Salone del Nicchio del Museo, la prima sala che si incontra subito dopo la biglietteria. E comunque non potete sbagliare, perché ben 3 grandi riproduzioni di bronzetti sardi vi indicheranno la via…

[…] segreti (non solo archeologici) ai visitatori in occasione delle visite olfattive, di concerti e inaugurazioni. E dal momento che questi eventi hanno luogo prevalentemente in estate… stay […]
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