9/10/1914: muore a Firenze Luigi Adriano Milani

Potevamo aspettare un anno per celebrare adeguatamente il centenario della morte di Luigi Adriano Milani, ma abbiamo pensato: perché non precedere tutti e ricordare i 99 anni dalla sua scomparsa? E così, eccoci, a 99 anni dalla morte del primo direttore del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, a presentarvi la sua figura. Perché Luigi Adriano Milani fu un personaggio dal multiforme ingegno, di quelli che lasciano il segno…!

Luigi Adriano Milani seduto sulla base del tumulo di Casale Marittimo nel Giardino del Museo Archeologico di Firenze
Luigi Adriano Milani seduto sulla base del tumulo di Casale Marittimo nel Giardino del Museo Archeologico di Firenze

La storia di Luigi Adriano Milani (Verona, 26 gennaio 1854 – Firenze, 9 ottobre 1914) è tessuta a filo doppio con quella del Museo Archeologico Nazionale di Firenze: egli infatti fu direttore del Regio Museo Archeologico dal 1884 al 1914, gli anni della formazione e del grande sviluppo del museo. Nato in una benestante famiglia borghese, Milani compì gli studi primari e secondari nella città natale, trasferendosi in seguito a Firenze (1873) per frequentare i corsi di filosofia e filologia. Si interessò di numismatica, disciplina che gli diede notorietà a livello internazionale per tutto l’arco della sua attività di studioso. Per questo, alla fine del 1878 Luigi Pigorini, allora regio commissario straordinario alle Gallerie e ai Musei di Firenze, lo chiamò con l’incarico della revisione sistematica e della schedatura inventariale del Medagliere Granducale.

Nell’aprile del 1879, poi, in occasione del trasferimento delle collezioni del Museo Archeologico di Firenze dalla vecchia sede in via Faenza al Palazzo della Crocetta (l’attuale sede del Museo), il Milani fu preposto ufficialmente dal Ministero al trasporto e alla sistemazione delle antichità greche e romane e dei reperti etruschi. Nel nuovo allestimento egli mantenne il criterio espositivo tipologico per le antiche collezioni, criterio utilizzato già dal precedente conservatore del Museo Egizio ed Etrusco Francesco Gamurrini, mentre per i reperti dei nuovi scavi in Etruria decise di utilizzare un criterio rigorosamente topografico (ovvero non più per classi artistiche, ma secondo i luoghi di provenienza dei reperti), costituendo al piano terreno del Palazzo il primo nucleo del Museo Topografico dell’Etruria. Milani riunì inoltre nel Museo e nel giardino parte delle sculture antiche sparse nei giardini e nei palazzi fiorentini; nel cortile del palazzo furono invece allestiti i resti dei monumenti romani venuti alla luce nel corso dei lavori di ristrutturazione effettuati nel centro di Firenze alla fine del XIX secolo.

Le statue collocate nel Giardino del Museo Archeologico
Le statue collocate nel Giardino del Museo Archeologico

Nel 1880 il Museo fu inaugurato e da allora il Milani si dedicò con grande fervore alla realizzazione del Museo Topografico. È lo stesso Milani a raccontarlo:“… sorse l’idea di iniziare in questo Museo una Sezione Topografia dell’Etruria, allo scopo di presentare alle ricerche dello studioso il materiale archeologico della civiltà etrusca, a partire dalle origini sino al chiudersi dell’epoca romana, separatamente disposto a seconda dei singoli centri di produzione. Parve questo il mezzo più razionale e, in pratica, il più proficuo per lo studio delle etrusche antichità; poiché soltanto per tal guisa è data facoltà allo studioso di scorgere e fermare le differenze che intercedono fra luogo e luogo, nel materiale, nelle forme, nelle età …”. La sezione più innovativa del Museo venne inaugurata, presente il re Umberto I, il 5 maggio 1897: nello spazio delle 17 sale il nucleo più significativo era rappresentato dal materiale proveniente da Vetulonia (Gr), scavata in quegli anni da Isidoro Falchi. La nuova sezione illustrava la storia degli Etruschi attraverso l’esposizione non solo di “oggetti ricchi e preziosissimi”, ma anche di “povere e vili suppellettili, rozze stoviglie casalinghe, ignobili arnesi, rottami di ogni maniera, di ferro e terracotta”, nella convinzione, assolutamente moderna per l’epoca, che per conoscere la storia di un popolo fosse necessario ricostruire l’ambiente socio-culturale in cui le opere erano maturate. E per completare l’opera il Milani pubblicò una guida del Museo Topografico nel 1898, uno dei primi cataloghi di raccolte di monumenti antichi che iniziarono a essere pubblicati alla fine dell’800.

Il Museo Topografico venne successivamente ampliato nel 1908 con l’aggiunta di altre otto sale sul lato opposto del giardino, sale oggi non più esistenti.

Pianta del Museo Topografico dell’Etruria dalla guida del Milani (1898)
Pianta del Museo Topografico dell’Etruria dalla guida del Milani (1898)

Altra importante iniziativa del Milani fu l’allestimento del giardino del Museo, spazio strettamente legato al Topografico: qui il direttore non si limitò a esporre statue e frammenti di colonne, ma inserì interi monumenti architettonici (tombe originali smontate e ricostruite nel giardino così come riproduzioni fedeli di altre tombe) realizzando un museo ‘en plein air’. Il metodo del “trapianto” di monumenti era diffuso in quell’epoca e aveva esempi illustri, come la porta di Babilonia e l’altare di Pergamo ricostruiti a Berlino. Il giardino fu inaugurato nel 1902 e da allora i visitatori poterono apprezzare questo nuovo spazio museale.

La Regina Margherita durante l’inaugurazione del giardino (1902)
La Regina Margherita durante l’inaugurazione del giardino (1902)

Luigi Adriano Milani morì a Firenze il 9 Ottobre 1914 lasciando il museo nelle mani del successore Luigi Pernier. In seguito direttore fu Antonio Minto che ampliò ulteriormente la sezione topografica, smantellando però le sale affacciate su via della Colonna per problemi strutturali.

Nel 1966 l’alluvione distrusse completamente l’allestimento del Museo Topografico, che negli anni ‘90 fu soggetto a vari tentativi di riapertura tra problemi economici e dubbi metodologici e museografici. Oggi le sale dell’ex Topografico sono state definitivamente smantellate e nel Museo Archeologico è stato ricavato uno spazio espositivo per mostre temporanee (oggi ospita la mostra “Signori di Maremma”). Soltanto nel 2006, in occasione del 40° anniversario dell’alluvione, è stato restituito al Museo l’ingresso su piazza SS. Annunziata.

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