Chi percorre il tratto iniziale di via della Colonna, fra Piazza Santissima Annunziata e via della Pergola, non può fare a meno di notare il bellissimo giardino che si estende oltre una possente cancellata: e infatti non è raro vedere persone che si bloccano e restano incantate ad osservare la profusione di fiori, presenti praticamente in tutte le stagioni, le erbe aromatiche, gli agrumi, i papiri. Non può che attirare l’attenzione la precoce fioritura delle magnolie, che producono una pioggia candida e soffice all’inizio della primavera, o l’esplosione delle azalee a maggio, o ancora l’arcobaleno degli iris e delle rose, per non parlare del tasso, un vegliardo centenario che sembra dominare tutto il giardino dalla sua posizione centrale. Tuttavia, forse non tutti sanno che questo inaspettato angolo di verde e di pace nel pieno centro cittadino fa parte integrante del percorso espositivo del Museo Archeologico Nazionale di Firenze.
Il “Giardino ameno” del Palazzo della Crocetta è nominato per la prima volta nel Seicento, quando il luogo era la residenza di Maria Maddalena di Toscana, e da allora ha vissuto molte vite. Nel Seicento, infatti, il giardino era cinto da alte mura e praticamente invisibile dall’esterno, riservato com’era alla sfortunata sorella di Cosimo II e coltivato a vite e agrumi secondo una consolidata tradizione medicea. Successivamente, il disegno delle aiuole fu mutato più volte, ma è a partire dalla fine dell’Ottocento che le mutazioni si susseguono a ritmo incessante. Con la creazione del Museo Archeologico, il giardino fu destinato da Luigi Adriano Milani, primo direttore del Museo, ad accogliere parte delle collezioni, musealizzate all’aria aperta.

Da una parte furono sistemate fra i vialetti e sotto le arcate del Corridoio Mediceo le sculture in marmo provenienti dalla Galleria degli Uffizi e quelle che fu possibile recuperare da numerose collezioni private fiorentine, spesso da “luoghi oscuri e nascosti” nelle parole dello stesso Milani. Dall’altra parte, si pensò di raccogliere esempi significativi dell’architettura etrusca, che facessero da ideale contrappunto alle sale del costituendo Museo Topografico Centrale dell’Etruria che si affacciavano proprio sul giardino. All’interno delle sale, infatti, sarebbe stato possibile vedere gli oggetti provenienti dalle diverse città etrusche, mentre all’esterno si sarebbero potuti ammirare i monumenti veri e propri, in linea con quello spirito didattico che caratterizzò tutta l’opera del Milani.

Per questo scopo, vennero dunque smontati e ricostruiti nel Giardino del Museo alcuni monumenti etruschi originali, e apprestate riproduzioni fedeli di altri. Mentre le sculture in marmo di epoca romana, insieme alle sculture etrusche, sono state progressivamente rimosse per motivi di conservazione e in seguito all’ampliamento del Museo Topografico, la maggior parte delle architetture è ancora perfettamente fruibile.
Ad essere rappresentata è soprattutto l’architettura funeraria, con i mutamenti che la caratterizzarono nel corso di quasi mille anni di storia: dalle tombe a pozzetto villanoviane di Tarquinia ai grandi tumuli orientalizzanti di Veio, Casale Marittimo e Vetulonia, fino alle tombe a camera della Necropoli del Crocefisso del Tufo di Orvieto (del VI-V secolo a.C.) e alla straordinaria riproduzione della Tomba Inghirami di Volterra, scoperta intatta nel 1861 e riproposta con le urne originali che documentano gli usi funerari di una famiglia volterrana lungo sei generazioni della sua storia, dalla fine del IV al II secolo a.C.
D’ora in avanti dunque, se passate per via della Colonna soffermatevi a indovinare fra i fiori questi importantissimi monumenti etruschi… o ancora meglio, venite a vederli!
Il giardino è visitabile usualmente il sabato mattina (salvo maltempo o altri problemi tecnici: per info chiamare lo 055 23575). In occasione delle Giornate del Patrimonio, sabato 28 settembre 2013 sono previste due visite guidate alle ore 10.30 e 12.30. La pianta del giardino con i suoi monumenti è scaricabile dalla nostra area download. Vi aspettiamo!
[…] sosta potrà essere effettuata godendo di una vista privilegiata sul giardino monumentale, in cui sono ricostruite tombe etrusche di varia epoca; l’approfondimento propone alcuni temi che aiuteranno a comprendere meglio il percorso […]
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[…] dei Musei Archeologici di Firenze copre un intero isolato, con tre livelli di esposizione e il giardino monumentale: ma tutto questo non basta a contenere le vastissime collezioni di antichità che si sono andate […]
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[…] comprendere questa affascinante sistemazione, per molti versi vicina e parallela a quella del giardino, è necessario un passo indietro nel fermento degli anni Ottanta dell’Ottocento, quando ancora […]
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[…] sul giardino: Fra archeologia e rose: il giardino del MAF; Il giardino, il giardiniere e i giardinieri; Una giornata da dimenticare per il giardino del […]
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[…] festa si è poi trasferita nel Giardino Ameno del museo dove, tra assaggi di salumi, formaggi, pane carasau e ovviamente cannonau, abbiamo […]
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[…] cd. “Loggia di Luni”. Collocata al piano terra del Palazzo della Crocetta e con affaccio sul Giardino Storico del Museo, la sala lettura – realizzata e arredata con il contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di […]
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[…] ghiaia e le sale dell’edificio divenissero la dimora di tombe e corredi etruschi, infatti, il Giardino Ameno costituiva semplicemente uno dei tanti giardini delle ville cittadine che venivano utilizzati per […]
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[…] luoghi d’arte più significativi, accessibili dalla piazza. Il MAF sarà presente con il suo giardino munumentale, aperto per l’occasione con visite guidate alle tombe etrusche ricostruite al suo […]
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[…] del ’66 aveva costretto a eliminare dall’allestimento interno al MAF. Dopo una prima sistemazione nel giardino del Palazzo della Crocetta (voluta da L. Adriano Milani agli inizi del XIX secolo), infatti, le sculture furono ricollocate […]
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