Ben 600 visitatori in appena 4 ore di apertura straordinaria. Questo il bilancio, più che positivo, della Notte dei Musei 2013 al Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Dalle 20 alle 24 il flusso ininterrotto dei visitatori ha animato le sale e i corridoi del museo, eccezionalmente aperto in notturna. L’ingresso era gratuito e tutte le collezioni erano aperte: così è stato possibile visitare anche il Monetiere Mediceo e Granducale, inaugurato recentemente, e il Corridoio Mediceo che collega il Palazzo della Crocetta, sede del Museo, con la chiesa della SS.Annunziata. Inoltre erano visitabili, oltre alle collezioni permanenti Etrusca, Egizia (al I piano) e Greca (al II piano), anche le mostre “Signori di Maremma” al piano terra e “Arte della Magna Grecia. ” al II piano.

Ma il clou della serata è stata l’inaugurazione della mostra “Archeologia in Oriente”, curata da Maria Cristina Guidotti, direttrice del Museo Egizio, e da Stefano Anastasio, mostra che espone per la prima volta dopo 30 anni materiali, molto eterogenei, che costituiscono una delle collezioni di oggetti del Vicino Oriente tra le più ricche d’Italia.
Introdotti dal Soprintendente, Dott. Andrea Pessina, la Dott.sa Guidotti e il Dott. Anastasio spiegano al pubblico, convenuto apposta per l’occasione, il progetto scientifico e il criterio espositivo: si tratta di una mostra che si contraddistingue per la varietà dei materiali esposti: varietà tipologica, naturalmente, ma anche cronologica e soprattutto geografica, dato che i materiali provengono da Anatolia, Mesopotamia, Siria, Persia. La mostra, per sua stessa natura, non può essere esaustiva, ma – dice Anastasio – attraverso la visione di una singola classe di materiali per regione geografica si può avere la percezione “di vedere il Vicino Oriente dal buco della serratura”, ovvero di farsi un’idea dell’archeologia vicinorientale che non può far altro che spingere a volerne approfondire la conoscenza, per soddisfare la curiosità che ne deriva. E in una congiuntura storica com’è quella attuale, caratterizzata dalla grossa crisi mediorientale, forse l’archeologia è il modo per ristabilire un legame, per rinsaldare un rapporto con quelle terre.

Alcuni dei materiali esposti portano con sé una storia: quelli provenienti dalla necropoli di Kilizu, in Mesopotamia, oggetto di uno scavo della Missione Archeologica Italiana nel 1933, che tra le altre cose ha restituito un sarcofago di epoca partica (II-III secolo d.C.) in terracotta invetriata unico nel suo genere, oppure quelli della Collezione Carlo Popolani, assolutamente eterogenei per tipologia e cronologia, tra i quali si distinguono le mattonelle islamiche invetriate di XV-XVII secolo d.C., o ancora i Bronzi del Luristan (Iran) che, oggetto a suo tempo di un sequestro della Soprintendenza Archeologica delle Marche, furono inviati per restauro a Firenze dal compianto Giuliano De Marinis, all’epoca Soprintendente delle Marche.
Alla presentazione della mostra ha fatto seguito la visita vera e propria, nel locale del cosiddetto Salone del Nicchio, posto subito dopo l’ingresso del museo, prima sala che si incontra lungo il percorso espositivo.
Se la mostra “Archeologia in Oriente” ha catalizzato l’attenzione della maggior parte del pubblico, buona parte dei visitatori è stata comunque attratta dalla possibilità di percorrere il Corridoio Mediceo, che viene aperto al pubblico solo in rare e particolari occasioni.
Pubblico eterogeneo, quello della Notte dei Musei fiorentina: coppie, famiglie con bambini (attratti dalla possibilità di visitare il Museo Egizio), anziani, appassionati di tutte le età e soprattutto giovani: a dimostrazione che eventi culturali di questo tipo avvicinano i musei ai cittadini, anche il sabato sera.