Sabato 18 maggio 2013, alle ore 21, in concomitanza con la Notte dei Musei, inaugura al Museo Archeologico Nazionale di Firenze la mostra “Archeologia in Oriente. Le collezioni vicinorientali del Museo Archeologico di Firenze”.

La mostra è l’occasione per presentare al pubblico un’ampia scelta di oggetti che, per la loro provenienza dal Vicino Oriente, non trovano posto nell’esposizione permanente del museo, rivolta prevalentemente alle civiltà etrusca ed egizia e all’arte greca. I materiali esposti provengono dalle principali regioni che compongono il Vicino Oriente, ovvero l’Assiria, la Mesopotamia, la Siria, l’Anatolia e la Persia, e sono giunti al Museo di Firenze in seguito a scavi, raccolte di superficie, acquisti e donazioni a partire dagli inizi del ‘900.
La prima Missione Archeologica Italiana in Mesopotamia, nel 1933, scavò l’antica Kilizu, importante centro dell’impero assiro, nascosta tra le rovine dell’odierna Qasr Shamamuk, in Iraq. Lo scavo permise il recupero dei corredi di una ricca necropoli assira risalente ai secoli XIII-VII a.C. e di II-III secolo d.C., quando la regione, invece, era occupata dai Parti: in mostra, accanto a ceramiche, bronzi, vetri, sigilli e iscrizioni assire in caratteri cuneiformi, è esposto un sarcofago partico completamente invetriato, che costituisce probabilmente l’oggetto più significativo dell’intera raccolta.

Il nucleo principale delle antichità dalla Mesopotamia è costituito da oggetti in parte raccolti sul terreno e in parte acquistati sul mercato antiquario di Baghdad nel 1930 da quegli stessi archeologi che nel 1933 avrebbero scavato Kilizu. Si tratta di oggetti databili tra l’Età del Bronzo Antico e l’Età del Ferro: sigilli, testi in cuneiforme, figurine e placchette a stampo in terracotta del II millennio a.C., sulle quali ricorre frequentemente la raffigurazione della dea della fertilità.
L’Anatolia è documentata da ceramiche decorate appartenenti alle due produzioni preistoriche di Hacilar e di Yortan, che coprono il periodo compreso tra Neolitico Finale ed Età del Bronzo Antico, dunque tra il VI e il III millennio a.C.

Al Museo di Firenze è pervenuta poi la Collezione Carlo Popolani, medico italiano vissuto a Damasco nella prima metà del ‘900: la sua raccolta, costituita da circa 300 oggetti provenienti dalla Siria, comprende vasellame ceramico, lucerne, ma soprattutto vetri romani databili tra I e V secolo d.C. e mattonelle invetriate di XV-XVII secolo d.C.
Anche la Persia è presente nella collezione fiorentina, con alcuni vasi provenienti dall’antica città di Susa e databili alla fine del V millennio a.C.
All’interno della mostra trovano posto anche alcuni bronzi confiscati nelle Marche e affidati in deposito alla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana per consentirne il restauro: tra questi spiccano alcuni oggetti attribuibili alla classe dei cosiddetti Bronzi del Luristan, bronzi lavorati databili tra la fine del II e la prima metà del I millennio a.C. provenienti dall’omonima regione dell’Iran.

La mostra, curata da Stefano Anastasio e Maria Cristina Guidotti, permette di avere una ricca panoramica sulla produzione artistica e artigianale di culture tanto importanti quanto ancora poco conosciute e non facilmente accessibili attualmente, data la difficile situazione politica di molti dei paesi dell’area vicino-orientale dalla quale i materiali esposti provengono. La mostra è accompagnata da un opuscolo illustrato, utile supporto alla visita, con testi di S. Anastasio e M.C. Guidotti.
Dopo la sera dell’inaugurazione, la mostra sarà aperta al pubblico dal 19 maggio al 1 settembre 2013 secondo gli orari del Museo Archeologico Nazionale di Firenze: dal martedì al venerdì dalle 8.30 alle 19 e dal sabato al lunedì dalle 8.30 alle 14.
[…] tombe etrusche ricostruite al suo interno. Inoltre la Notte dei Musei è l’occasione scelta per inaugurare, alle ore 21, la mostra “Archeologia in Oriente. Le collezioni vicinorientali del Museo Archeologico di Firenze” che […]
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